Un brutto pasticcio

 


Il vincolo monumentale al seggiùn sembra essere la carta jolly vincente per fermare l'imponente opera di mitigazione del rischio idrogeologico che da pressoché tutte le parti, tranne che dagli stessi progettisti, viene valutata quale artefatto antiquato, inutile e, perfino, dannoso. 

Una carta giocata dalle associazioni e dai movimenti ambientalisti - supportata dalla società civile organizzata e da alcuni amministratori locali, ovvero i sindaci di Lavagna e di Cogorno - che sembra finalmente riuscire a scalfire quell'altro muraglione, apparentemente granitico, costituito dagli interessi cementificatori pro Diga Perfigli che agiscono nella cerchia dell'amministrazione di città metropolitana e non solo.

Un'accelerazione formidabile ed irresistibile quella impartita circa un anno fa, dopo un lunghissimo silenzio sulla progettualità pluri milionaria, e che ha portato l'estate scorsa all'allestimento del cantiere principale sulla piana dell'Entella dove ancora campeggia una ruspa pronta ad essere operativa.

Il sindaco di Lavagna annuncia l'imminente revisione del piano regolatore del 1999 - che permette ad oggi l'edificabilità della piana dell'Entella nella misura di 208mila metri cubi di nuove costruzioni - e la contestuale destinazione dell'area ad uso agricolo. L'atto sarà sufficiente per posare la pietra tombale sulla questione che si trascina da oltre un ventennio e poter avviare una nuova fase - partecipata e condivisa - per affrontare le criticità correlate al rischio idrogeologico?   


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