Requiem



Cosa comporta considerare un corso d'acqua e tutto ciò che gira intorno ad esso - ovvero la cultura, la storia, l'identità e, in ultima analisi, la vita di una comunità - alla stregua di un seppur complesso, articolato e difficile problema amministrativo lo possiamo tristemente osservare proprio in questi freddi ed assolati giorni di gennaio.

Le procedure tecnico-burocratiche appartenenti - così viene asserito - ad una progettualità lineare, rigorosa e corretta applicata al fiume Entella e, in particolare, alla sua piana residuale si rivelano, in realtà, essere un coacervo di storture, contraddizioni, forzature, arbitrarietà ed incompetenze.

A nulla valgono i pareri autorevoli di studiosi che esprimono ripetutamente forti perplessità riguardo ad una progettualità ingegneristica che affonda le radici ideative nel secolo scorso mostrando la vetustà e l'inadeguatezza della realizzanda opera. Studiosi che, al contempo, indicano fattivamente soluzioni alternative che si avvalgono di strategie innovative e rispettose delle istanze ambientali e territoriali. 

A nulla vale l'appello dei sindaci del territorio che in maniera corale ed unitaria esprime la contrarietà allo sfregio arrecato da un manufatto sommamente inutile e potenzialmente dannoso.

A nulla vale la grande mobilitazione dei cittadini, singoli ed associati, che ripetutamente nel corso dei lustri hanno voluto e saputo mantenere l'attenzione su un fazzoletto di territorio sito di interesse comunitario capace ancora di narrare e mantenere viva e vitale la memoria locale, le nostre storie.

A nulla, in fine, sono valse le rappresentanze politiche espressione delle istanze territoriali e locali che abbiamo sentito intervenire - mai come in quest'occasione - tardivamente e senza passione, accampando scuse, autoassolutori, insicuri e balbuzienti, poco convinti e per nulla convincenti ...

Non è il primo sfregio che subisce il sistema di bacino dell'Entella e molti altri ne subirà ancora, anche nell'imminente futuro ... 

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