Giustizia climatica, l'osservatorio viennese


Le Wiener Vorlesungen, ovvero le "lezioni viennesi" propongono incontri pubblici organizzati ormai da diversi anni dall'Assessorato alla Cultura della Città di Vienna. Il filo conduttore tematico del 2022 riguarda la giustizia climatica (Klimagerechtigkeit). La prima oratrice ospitata è la Prof.ssa Verena Winiwarter, studiosa della storia dell'ambiente presso il Dipartimento di Scienze Economiche e Sociali dell'Università "Boku" (Bodenkultur, ossia Cultura del Suolo) di Vienna. Nel suo intervento approfondisce le tematiche legate alla corruzione, ai crimini ambientali, all'ineguaglianza strutturale mettendo in rilievo come lo stato di diritto, la partecipazione democratica, la stampa libera ed indipendente rappresentino i presupposti fondativi per raggiungere il traguardo della sostenibilità.

Tre sono i rischi planetari individuati dalla Global Challenges Foundation svedese: a) il cambiamento climatico causato dall'uomo, b) il collasso ecologico e c) le armi di distruzione dei massa. Si tratta di tre elementi correlati strettamente: i gas serra alimentano i conflitti armati e sono la causa dell'estinzione delle specie viventi.

Il saggio Carbon Democracy di Timothy Mitchell pubblicato nel 2011 narra come la disponibilità di energie fossili a buon mercato - carbone, petrolio, gas naturale - abbia reso possibile organizzare ed incentrare la vita politica almeno dell'ultimo secolo intorno alla dimensione economica nella prospettiva - poi rilevatasi illusoria - di una crescita infinita. Lo sviluppo di un'epoca di formidabile benessere ne è scaturito, almeno in una parte del mondo, sempre più dipendente da sempre più grandi opere tecnico-infrastrutturali. Le democrazie fondate sulle energie fossili e sulla diseguaglianza globale non sono più sostenibili nel XXI secolo. I governi sembrano essere incapaci di risolvere due ordini di problemi: la fine delle energie a basso costo e il collasso dei sistemi ecologici causato dall'inquinamento del pianeta.

Il principio di precauzione o di prevenzione (precautionary principle) che riguarda in particolare e soprattutto le generazioni future in quali mani è? Il provvigionamento idrico, il trattamento delle acque reflue, la raccolta dei rifiuti, i servizi sociali e sanitari, ... spesso tali istanze vengono pressoché ignorate quando si dibatte sul concetto di sostenibilità. Gli stati sono pessimi attori per il cambiamento climatico, molto meglio agiscono le città: la politica insegue la crisi climatica arrancando da Copenhagen a Parigi e poi Glasgow, la amministra, ma non la risolve. Non ne viene a capo: la politica non è in grado di tenere il passo con la velocità dei cambiamenti climatici. Non a caso il filosofo Stephen L. Gardner parla della "tirannia del presente": la politica è prigioniera della quotidianità e tenta di amministrare le questioni del qui ed ora, ma così facendo ipoteca il futuro. Eppure le cittadine e i cittadini sono sovrani e possono intervenire tutelando gli interessi dei loro figli e nipoti. Recentemente è stato introdotto il "Consiglio cittadino per il clima (Klimabürgerrat)" che  promuove processi partecipativi: è questo potrebbe essere una prima modalità per liberarsi della tirannia del qui ed ora.

In prima istanza: la democrazia necessita della partecipazione di cittadine e di cittadini educati criticamente nell'utilizzo e nel consumo dei mezzi di comunicazione. Servono percorsi indipendenti di educazione per gli adulti, il lifelong learning. Il fatto che tali iter formativi siano sempre maggiormente orientati verso il profitto  rappresenta un grave problema.

In seconda istanza: al costante fruscio, all'onnipresente rumore dei social, alla disinformazione e alla mala informazione vanno contrapposti mezzi di informazione indipendenti e liberi. La stessa democrazia, lo stato di diritto vanno preservati da un'informazione incapace di orientare i cittadini e non in grado di controllare le fonti e i fatti: senza una buona informazione la giustizia climatica resta una meta irraggiungibile. Piattaforme quali Mimika sono sulla buona strada per fornire un'informazione corretta. 

Pace, pace! Senza pace la sostenibilità e la giustizia climatica non verranno mai raggiunte. La guerra è la distruzione del mondo. Ne parla l'Agenda 2030 quando definisce l'obiettivo n. 16 con le parole: "pace", "giustizia", "istituzioni forti": rappresenta il presupposto per raggiungere tutti gli altri obiettivi. Si avverte, tuttavia, l'assenza di un obiettivo che richiami specificatamente la necessità di una stampa libera ed indipendente e ciò rappresenta un vero dramma.

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