Per il parco nazionale di Portofino


 Il convegno svoltosi al Cenobio dei Dogi di Camogli il 18 agosto scorso, ha messo in luce le vocazioni possibili di un ente parco di valenza nazionale - che riguardano trasversalmente, imprima istanza, i settori dell’artigianato di qualità, dell’enogastronomia locale, dell’ecoturismo - capaci se valorizzate e coordinate di far dialogare in maniera armonica ambiente ed economia. 

L’area di interesse potenziale comprende un territorio misurabile in circa 15mila ettari andando a inglobare i tre siti di interesse comunitario che ivi vi gravitano: Monte Fasce che con i suoi 1165 mq è grande quanto l’attuale parco di Portofino, Rio Tuia - Montallegro e la Pineta-Lecceta di Chiavari.

Tra i numerosi vantaggi che comporta la definizione di un ente realmente nazionale - che non può certo connotarsi con la limitata estensione attuale - si annovera una più robusta dotazione finanziaria necessaria ed indispensabile per promuovere la valorizzazione dei territori, in particolare, dei Sic. Recentemente, i soci del nostro circolo hanno percorso il sentiero che dalla zona mare di Chiavari conduce al Santuario di N.S. delle Grazie (vedi post dedicato) rilevando come l’area sia destinata a un progressivo degrado se lasciata alla situazione gestionale corrente aggravata, peraltro, da appetiti cementificatori mai sopiti che gravitano intorno alla collina, dai rischi incendio e dai pericoli derivanti dalle frane.


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