Piana dell'Entella: cronaca dal consiglio comunale di Lavagna


Il 26 novembre scorso si è riunito il Consiglio Comunale di Lavagna. La mozione n. 14 presentata dalla consigliere Laura Corsi a nome della Lista 100% Lavagna recita: Possibili azioni ed interventi finalizzati a scongiurare l'inizio dei lavori secondo il progetto della cosiddetta diga Perfigli e il conseguente rischio di edificazione nella Piana dell'Entella.

Si sviluppa una discussione che coinvolge in meno di 50' d'orologio i consiglieri Daniele Di Martino (Movimento 5 Stelle), Mario Maggi (Lista 100% Lavagna), Luca Mangiante (Lista Gian Alberto Mangiante per Lavagna), Guido Stefani (Lista Officina Lavagnese), l'Assessore esterno Enrico Piazze e il Sindaco Gian Alberto Mangiante.

La mozione è stata respinta e ha ottenuto tre voti espressi a favore (Lista 100% Lavagna e Movimento 5 Stelle) e due astenuti (Officina Lavagnese). 

Segue la cronaca di quanto dibattuto:

La consigliere Corsi introducendo la mozione ricorda l'impegno assunto con i cittadini di Lavagna in campagna elettorale anche da parte dell'attuale Sindaco mediante la sottoscrizione di una dichiarazione d'intenti, ovvero l'impegno di ritiro delle delibere comunali n. 11* e n. 36** del 2013 ove ricorressero i presupposti tecnici, giuridici e contabili. Presupposti che esisterebbero in base ai recenti studi pubblicati dalla Regione Liguria relativi al Piano di Bacino sul rischio idrogeologico (che segnalano un trasporto solido del corso d'acqua di 300mila m3 annui che si accumulano alla foce): da qui, sorge la proposta di chiedere una doverosa precisazione ai tecnici in corrispondenza alle recenti evidenze e il contestuale ritiro in autotutela delle delibere summenzionate. In alternativa, la consigliera Corsi prospetta il ricorso ad una consultazione popolare data la miopia, sordità e cecità di una certa politica e di taluni tecnici. Una vera e reale tutela della piana si prospetta attraverso l'utilizzo dello strumento urbanistico del Piano urbanistico comunale (Puc) semplificato andando a determinare in maniera inequivocabile la vocazione agricola della porzione di territorio considerata.

Il consigliere Di Martino interviene esprimendo dubbi sull'eventuale ricorso al Puc semplificato: corrisponde ad una scorciatoia che non permetterebbe di pianificare il futuro e di dare indirizzi importanti per un cambiamento della città. Esprime, invece, accordo sull'approfondire le evidenze tratte dai recenti studi regionali al fine di trovare soluzioni capaci di mitigare realmente il rischio idraulico. Il consigliere propone l'istituzione di un tavolo tecnico per trovare una soluzione alternativa e migliorativa rispetto al progetto in vigore.

L'Assessore Piazze introduce il proprio intervento intendendo fugare ogni dubbio circa il disaccordo dell'amministrazione riguardo all'intervento prospettato (i.e. la costruzione dell'argine) e relaziona sull'approfondimento legale condotto a cura degli uffici comunali e sulle opzioni di intervento possibili. In questo senso andrebbe impugnato l'atto decisorio (dell'allora Provincia e cosa che l'amministrazione non può fare), mentre il ritiro delle delibere comunali del 2013 non avrebbe alcuna efficacia e "metterebbe anche un pochino in imbarazzo" l'amministrazione comunale in considerazione della sentenza emessa dal Tribunale delle Acque. "Questo non vuol dire che non ci siano azioni che si possano fare (...) bisognerebbe ritornare ad una situazione di riprogettazione totale" argomenta l'Assessore che riferisce di aver dialogato con il consigliere delegato all'Ambiente della Città Metropolitana Simone Ferrero qualche giorno prima dell'incontro avvenuto il 14 ottobre scorso tra i sindaci di Lavagna, di Chiavari e il sindaco Bucci e il presidente Toti: in quell'occasione Piazze racconta di aver avvertito una "non completa consapevolezza del problema" da parte del suo omologo. E' stato chiarito, in quell'occasione, che solamente l'ente sovraordinato che ha emanato l'atto è in potere di ritirare l'atto stesso (all'epoca la Provincia, ora la Città Metropolitana) e, contestualmente, è stato "strappato un impegno verbale" al fine di effettuare uno studio alla foce visto che l'indagine originaria sul corso d'acqua non ha preso in considerazione la situazione della foce dell'Entella "ma si è fermata al ponte della ferrovia".

Il consigliere Maggi richiama l'attenzione sull'urgenza di attivare l'iter formale che porti all'adozione di un nuovo strumento urbanistico, il Puc semplificato. L'attuale Puc, peraltro obsoleto, non consente alcuna modifica, nemmeno parziale, ma potrebbe cagionare una "doppia sciagura": la realizzazione dell'argine e l'allentamento della tutela ambientale della piana in mancanza di un regime vincolistico reale. Al momento sussistono, in tal senso, meramente dichiarazioni d'intenti. Rispetto al ritiro delle delibere il consigliere chiede un parere scritto in merito anche alla luce dei nuovi studi effettuati sul corso d'acqua in modo da poter agevolare una capacità di azione da parte dell'amministrazione.

Il consigliere Mangiante ribadisce "la contrarietà dell'amministrazione alla diga Perfigli, senza esitazione". "Che cosa fare?" si interroga Mangiante: afferma che è in atto una discussione con Città Metropolitana per trovare soluzioni alternative, per ridurre le dimensioni, per portare le modifiche necessarie al Piano Regolatore Generale per mantenere i terreni della piana a destinazione agricola. La rinascita al senso di appartenenza alla comunità passa, chiosa il consigliere, attraverso la tutela dell'identità storica e culturale, la valorizzazione concreta delle tante eccellenze prodotte nella piana.

Il consigliere Stefani riassume il progetto che si estende dal Ponte della Maddalena fino alla casa del pompiere e prevede l'innalzamento di circa 50 cm dell'argine esistente con un muretto di cemento armato dell'altezza di un metro. Dalla casa del pompiere fino ad arrivare all'altezza di Cso. Buenos Aires vi sarà poi un muro di tre metri di altezza. Il consigliere si dichiara contrario alla mozione presentata in quanto privo di valore tecnico, mentre condivide l'osservazione di uno studio effettuato sull'intero corso dell'alveo.  

Il Sindaco Mangiante prende parola chiarendo "ciò che è possibile fare da quello che non è possibile fare". Mancherebbe il presupposto soggettivo per andare ad impugnare le norme, che spetta alla Città Metropolitana compiere, per quanto riguarda il ritiro delle delibere comunali ... "sono tutte palle". L'iter amministrativo ha avuto un suo perfezionamento, sarebbe quindi ad oggi "assolutamente perfetto" secondo l'impostazione data da tutti i tecnici. La Città Metropolitana è l'unico soggetto legittimato a portare avanti il progetto che è, peraltro, "nelle corde del suo sindaco (Bucci) che non accetta di derogare neanche di una virgola" l'iter. Il Sindaco precisa che considera, ieri come oggi, il progetto "uno schifo", che è contrario e afferma che non si troverà "alcuna sponda, alcun appiglio, alcun ausilio negli enti sovrapposti al comune", ossia Città Metropolitana e Regione Liguria. Il Sindaco informa che ha scritto in seguito all'incontro del 14 ottobre scorso (con Di Capua, Bucci, Toti) chiedendo di revisionare uno studio alla barra nociva dell'Entella per valutare le ricadute sulla costruzione della "famosa diga". Dichiara che non ha ricevuto alcun tipo di risposta e dubita che tale studio venga mai realizzato. Riguardo allo studio proposto da Confindustria circa la costruzione di uno scolmatore sul Lavagna, il Sindaco afferma che in base alle risultanze si potrebbe ottenere un abbassamento tra i 10 e 30 centimetri del muro progettato. "Il sindaco amministrativo va avanti su questo progetto, ha 10 milioni e 134 mila euro da spendere su questo progetto" fermo restando che "bisogna ancora aspettare di vedere cosa succede su Chiavari dove gli investimenti sono ben oltre" al primo lotto che interessa solamente Lavagna. Solo un "miracolo" potrebbe limitare "l'impatto di quest'opera che sicuramente verrà realizzata". L'amministrazione metterà "il vincolo di terreno agricolo tutta la fascia" e "di conseguenza non verrà costruito neanche un box": si tratta di "una soddisfazione molto magra" mantenendo tuttavia "la destinazione agricola della piana dell'Entella" anche se "deturpata da quella costruzione".


La discussione relativa alla mozione 14 è visionabile cliccando qui.


* Delibera del Consiglio Comunale n. 11 del 5/3/2013 "Assenso alla versione definitiva del 'Progetto di opera pubblica: Interventi di mitigazione del rischio idraulico del bacino del fiume Entella relativamente al tratto terminale 1° Lotto dalla foce al ponte della Maddalena - 1° Stralcio Funzionale, ai sensi art. 59 comma 2 L.R. n. 36/97 e s.m.i." Soggetto attuatore: Provincia di Genova".

** Delibera del Consiglio Comunale n. 36 del 30/9/2013 "Approvazione dello schema di Accordo di Programma tra Provincia di Genova, Comuni di Carasco, Chiavari, Cogorno e Lavagna per l'attuazione del Progetto Integrato di riqualificazione urbana relativo alla riorganizzazione del sistema viario-infrastrutturale della piana del fiume Entella, connesso con le opere di difesa idraulica dell'area e relativo al tratto posto a monte del ponte della Maddalena".



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