Piana dell'Entella: parliamo di consumo di suolo



La realizzazione di un muraglione che taglia in due la Piana dell'Entella ha radici lontane: si tratta di un iter che prende avvio in base al cosiddetto Piano di Bacino. Corre l'anno 2001 e gli enti preposti rincorrono attraverso l'emanazione di bandi di gara la progettazione di interventi per la mitigazione del rischio idrogeologico: studi ed elaborati tecnici che, alla luce di nuove sensibilità ideate nella regimazione idraulica dei corsi d'acqua secondo principi di ecologia fluviale, si presentano come anacronistiche e potenzialmente pericolose e dannose.

Una visione d'insieme del bacino imbrifero che non può non essere strettamente connessa con altre istanze di salvaguardia ambientale e protezione faunistica, la disponibilità di risorse idriche, la promozione dell'agricoltura e della mobilità sostenibili, lo sviluppo dell'ecoturismo, nonché della conservazione di un suolo particolarmente fecondo ed intimamente intrecciato con il patrimonio storico e culturale del territorio.

La planimetria disegnata da Vinzoni e risalente al 1773, mostra il nucleo urbano di Lavagna circondato da un ampio paesaggio agricolo coltivato ad arte. Via Rezza, antica ed importante via imperiale, conduce i viandanti verso il Ponte della Maddalena e da lì a Chiavari e in direzione Genova.
L'immagine satellitare mostra lo sviluppo urbano che è intercorso negli ultimi 250 anni (un quarto di millennio su per giù) intaccando la piana e con esso il paesaggio. Un paesaggio che "essendo un aspetto del territorio, è di proprietà collettiva del popolo, a titolo di sovranità", come afferma Paolo Maddalena, uno dei più importanti giuristi italiani.

  

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