Audizione IV Commissione "Ambiente e Territorio" della Regione Liguria

 


Giovedì 25 febbraio 2021 si è svolta in modalità videoconferenza un'audizione preso la IV Commissione "Ambiente e Territorio" della Regione Liguria con ordine del giorno "Approfondimento sulla messa in sicurezza del fiume Entella".

All'incontro hanno partecipato numerosi sindaci del Tigullio, i tecnici della Città Metropolitana, Confindustria Tigullio e l'associazionismo (Contratto di Fiume per l'Entella, Medici per l'Ambiente, Comitato Giù le mani dall'Entella, Ambiente in Rete Tigullio).

Il sodalizio denominato Ambiente in Rete Tigullio al quale aderiscono oltre trenta sigle ha depositato la seguente memoria scritta.

Nel mese di ottobre 2020 si struttura una rete informale di associazioni che operano in ambito ambientale, naturalistico, animalista, sanitario, culturale e politico al fine di salvaguardare e valorizzare la Piana dell'Entella in una visione sistemica dell'intero bacino imbrifero del corso d'acqua. In breve tempo il sodalizio interassociativo raggruppa intorno al “Manifesto per la Piana dell'Entella” oltre trenta sigle di rilevanza nazionale insieme ad associazioni localistiche, preziosa espressione delle particolarità territoriali nell'area della città metropolitana proponendo: 

- la mitigazione del rischio idrogeologico con tecniche di ingegneria naturalistica e a basso impatto ambientale; 

- l'attivazione del Contratto di Fiume per l'Entella e le sue Vallate; 

- la tutela e la salvaguardia dell'Oasi Faunistica (SIC IT 1332717); 

- la riqualificazione e rinaturalizzazione del corso d'acqua; 

- la valorizzazione del paesaggio agricolo. 

Quale espressione della società civile organizzata manifestiamo – insieme a numerosi amministratori, operatori economici, tecnici e comitati – forti perplessità rispetto alla realizzanda opera che, oltre ad essere francamente antiquata nelle strategie e nelle logiche progettuali adottate, risulta non essere risolutiva rispetto ai rischi idraulici che riguardano, in particolare, la sponda chiavarese: anzi, sembrerebbero aggravarli. La popolazione – affezionata alle tradizioni storiche e culturali locali, alle eccellenze del territorio, al paesaggio agricolo – è fortemente contraria e contrariata da una progettualità che si dipana oramai da vent'anni. Lo stesso sindaco di Lavagna, Dott. Gian Alberto Mangiante, intende, per altro, affidare all'Università di Genova uno studio ad hoc per ridefinire in termini sia ambientali sia economici l'intervento sulla piana adeguandolo alle reali necessità del territorio.  

Secondo le nostre stime di massima, la porzione di territorio agricolo interessato dai lavori del primo lotto – dalla foce al Ponte della Maddalena – ha un'ampiezza approssimativa di 18 ettari: la costruzione del nuovo argine – considerando che i lavori dureranno non meno di 24 mesi e prevedendo l'allestimento di aree di cantiere nonché la definizione delle necessarie fasce di rispetto – andrà a incidere nella misura di almeno il 10% di perdita di suolo fertile. I proprietari dei terreni – così loro stesso ci hanno dichiarato – esprimono forti rimostranze circa il fatto che le opere previste andranno a “tagliare in due” quasi tutti i fondi, interrompendo passi, strade e acquedotti: molti

terreni rimarranno senza né pozzi né accesso carrabile. Si prospetta l'abbandono dei terreni? Segnaliamo uno studio (1) – pubblicato in lingua inglese nel 2018 e condotto dal CNR di Torino in collaborazione con le università di Genova e di Nottingham – che ripercorre l'evoluzione storica e geomorfologica degli ultimi 250 anni della piana alluvionale. Ebbene, la ricerca mette in evidenza come le “aree naturali” (natural areas) nell'arco temporale che conduce dal 1758 ai giorni nostri siano state radicalmente ridimensionate da 378 (84%) a 108 ettari (23%) così come lo spazio del corso d'acqua da 44 (10%) a 30 (6%) ettari. L'urbanizzazione degli anni Trenta e Sessanta del secolo scorso ha determinato una formidabile accelerazione nel consumo di suolo che ammonta a oltre 320 ettari e sembra non voler arrestarsi: un'eccessiva cementificazione avvenuta negli ultimi 80 anni è alla base delle odierne criticità. Volerle risolvere con “opere invasive così come proposte dal Master Plan risulta essere incompatibile con il paesaggio fragile della piana alluvionale urbanizzata”, chiosa lo studio. Il Prof. Sergio Tucci, professore associato emerito Geologia Stratificata e Sedimentiologia – Dipartimento di Scienze della Terra dell'Ambiente e della Vita (DISTAV) dell'Università di Genova, suggerisce e indica nel Dossier preliminare per il Contratto di Fiume dell'Entella e delle sue vallate (2) interventi che riguardano la foce (dragaggio capace di ristrutturare il cuneo sedimentario emerso e sottomarino), il tratto terminale (con tecniche morbide di ingegneria naturalistica in alveo e sui versanti) e la difesa idraulica (con opere poco impattanti). Riteniamo proprio lo strumento del Contratto di Fiume lo strumento privilegiato di integrazione delle politiche su scala locale, ovvero la buona pratica della governance dei territori idrografici capace di promuovere processi partecipati attraverso cui pervenire ad una gestione integrata e condivisa delle risorse idriche e dei territori di pertinenza.  

L'Agenda 2030, adottata nel 2015 dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite, propone un equilibrio virtuoso tra le dimensioni economiche, ambientali e sociali: alla luce delle crisi pandemica e climatica il Master Plan necessita di essere profondamente revisionato in un'ottica di sviluppo sostenibile. 

Ambiente in Rete Tigullio 

Chiavari, 24 febbraio 2021 

(1) Anna Roccati, Fabio Luino, Laura Turconi, Pietro Piana, Charles Watkins, Francesco Faccini, Historical Geomorphological Research of a Liguria Coastal Floodplain (Italy) and Its Value for Management of Flood Risk and Enviromental Sustainability, in "Sustainability", ottobre 2018

(2) AA.VV., Dossier preliminare Contratto di fiume per l'Entella e le sue vallate, INU Liguria, 2016


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