Nuovi barbari sull'Entella



Era proprio indispensabile procedere con l'abbattimento degli ulivi che sorgevano sull'argine del seggiun napoleonico? Molti di essi furono piantati negli anni successivi al secondo dopoguerra segnando la ripresa sociale ed economica di una popolazione stremata dagli eventi bellici. Ora cosa segnano?!

Considerando l'iter avviato dalla Sovrintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per l'apposizione del vincolo monumentale e paesaggistico con l'avvallo dell'apposita commissione regionale istituita ad hoc, ci chiediamo quali siano i termini definiti e concordati relativi alla sospensione delle demolizioni per l'allestimento e il consolidamento del cantiere del costruendo argine? Non esistono tecniche meno invasive e più sofisticate per l'individuazione di eventuali ordigni bellici, che sembra sia il motivo dichiarato delle manovre in atto sulla piana in questi giorni? 

Ad una scorrettezza politico-istituzionale che viene lamentata dall'amministrazione comunale lavagnese per non essere stata informata preventivamente dei lavori agostani, facciamo rilevare ed aggiungiamo una grave scorrettezza politico-ecologica alla luce della recente riforma degli articoli 9 e 41 della Costituzione Italiana: la tutela del paesaggio e del patrimonio storico ed artistico si estende - come recita il testo costituzionale - all'ambiente, alla biodiversità, agli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni! Iniziative economiche, sia pubbliche sia private, non possono arrecare danno, alla salute, all'ambiente, alla sicurezza, alla dignità umana!

In previsione delle prossime tornate elettorali - le elezioni politiche del 25 settembre e il rinnovo del consiglio metropolitano del 2 ottobre - ci attendiamo una forte e decisa presa di posizione da parte dei candidati a tutela della piana e per la revisione completa della progettualità di mitigazione del rischio idraulico del bacino imbrifero dell'Entella.

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