Che fine ha fatto l'idea del parco fluviale dell'Entella?



Da più parti è stata evocata in tempi più o meno recenti la proposta di connotare il corso d'acqua dell'Entella quale parco fluviale andando a salvaguardare e, al contempo, a valorizzare tale preziosa e vitale porzione del nostro territorio. 

E' noto ai più che il bacino fluviale dell'Entella è tutelato dal 1997 quale Sito di Interesse Comunitario per poi essere designato come Zona Speciale di Conservazione con apposita D.G.R. n. 537 del 2017. Le due direttive europee (la "Direttiva Uccelli" del 1979 e la "Direttiva Habitat" del 1992) riguardano la conservazione degli uccelli selvatici e la salvaguardia della biodiversità mediante la conservazione degli habitat naturali, nonché della flora e della fauna selvatiche. Con i suoi 78 ettari di estensione, l'area del bacino dell'Entella è sottoposta, come recita la normativa di riferimento, ad una serie di misure intese ad assicurare il mantenimento o il ripristino, in uno stato di conservazione soddisfacente, degli habitat e delle specie di fauna e flora selvatiche di interesse comunitario.

L'attuale amministrazione chiavarese durante la campagna elettorale svoltasi nella primavera-estate dell'anno scorso aveva proposto nel suo programma al punto due il "Parco Fluviale dell'Entella". Una dicitura che sollecita l'idea di un'area parco specifica legata al corso d'acqua e sostanziata più specificatamente - come recita la brochure propagandistica - attraverso un'opera di riqualificazione generale che prevede la piantumazione di essenze, l'installazione di una nuova illuminazione e di telecamere di sicurezza, la sistemazione di arredo urbano, nonché l'acquisizione di nuove aree da adibire allo svago e allo sport. 

L'idea di un comune parco urbano, insomma, dislocato lungo la riva di un fiume, ci permettiamo di interpretare: un passo in direzione della transizione ecologica, seppur timido e minimalista, ma comunque apprezzabile. A nostro avviso, mancherebbe nella visione prospettata il collegamento dovuto con l'area dichiaratamente naturalistica che gode di protezione particolare ci viene da pensare, ma evidentemente tanto basta allo sguardo del futuro ed ora attuale amministratore. Non manca, invece, nel pensiero di governa la città pro tempore lo slancio verso una prospettiva olistica esplicitata attraverso il collegamento con i comuni limitrofi, che ci sembrerebbe del tutto ovvio e scontato.

Dalla stampa apprendiamo che tale area parco - pensata, appunto, come area verde meramente ordinaria e non straordinaria come dovrebbe essere - verrà messa letteralmente sottosopra, pare, al fine di posizionare le condotte di collegamento con il prospettato maxidepuratore di vallata situato in colmata. Progetto scellerato quest'ultimo: diversi studi autorevoli hanno saputo mettere in evidenza le troppe criticità di una progettualità si necessaria, ma ideata e concepita male dati anche i vincoli imposti dalla localizzazione errata in spazi troppo esigui.

Grava sul Tigullio l'ennesima colata di cemento con Chiavari in prima fila considerando, poi, il progetto sempre anelato del prolungamento di viale Kasman, la costruzione dell'ennesimo ponte sul fiume Entella, la speculazione edilizia massiccia in zona Preli ...

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